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Orsay

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I piallatori di parquet

Gustave Caillebotte. 1875.

Questo dipinto è una delle prime rappresentazioni del proletariato urbano. Mentre i contadini come "Le spigolatrici" di Millet o gli operai come "Gli spacca pietre" di Courbet erano stati spesso rappresentati, i lavoratori delle città erano stati raramente dipinti. A differenza di Courbet o Millet, Caillebotte non incorpora alcun messaggio sociale, moralizzante o politico nel suo lavoro. Il suo approfondito studio documentario (gesti, strumenti, accessori) giustifica la sua posizione tra i realisti più esperti.

Caillebotte seguì una formazione completamente accademica, studiando con Bonnat. La prospettiva, accentuata dalla visione dall'alto verso il basso e l'allineamento delle assi del pavimento è conforme alla composizione tradizionale. L'artista disegnò previamente tutti i particolari del dipinto, per poi riportarli con precisione sulla tela secondo il metodo accademico. I torsi nudi dei piallatori sembrano quelli degli eroi dell'antichità, come se il messaggio inviato dall'artista fosse che il lavoro nobilita l'uomo. Ma lungi dal chiudersi negli esercizi accademici, Caillebotte sfruttò la tecnica classica per esplorare l'universo contemporaneo in un modo completamente nuovo.

L'artista presentò la sua pittura al Salone del 1875. La giuria, senza dubbio scioccata dal suo crudo realismo, la respinse. Alcuni critici parlarono del soggetto del suo quadro come di "materia volgare". Il giovane pittore decise allora di unirsi agli impressionisti e presentò la sua pittura alla seconda esposizione del gruppo nel 1876, dove Degas espose "Le stiratrici". I critici furono colpiti da questo grande quadro moderno, tra cui Zola, che però condannò questo lavoro definendolo un: "dipinto che è così preciso da essere borghese".

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