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Orsay

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La chiesa di Auvers-sur-Oise

Vincent Van Gogh, giugno 1890.

Dopo aver soggiornato nel sud della Francia, ad Arles, ed essere stato ricoverato presso l'ospedale psichiatrico di Saint-Rémy de Provence, Vincent van Gogh si stabilì ad Auvers-sur-Oise, un villaggio nelle vicinanze di Parigi. Il fratello Théo, preoccupato per la salute dell'artista, spinse van Gogh a incontrare il dottor Gachet, pittore anch'egli, che accettò di occuparsi di lui. Nel corso dei due mesi che separarono il suo arrivo a Auvers il 21 maggio 1890 e la sua morte, il 29 luglio di quello stesso anno, l'artista realizzò una settantina di tele, ovvero più di una al giorno, oltre a molti disegni.

Questo quadro è il solo che Vincent van Gogh abbia dedicato alla chiesa di Auvers. L' edificio, costruito nel XIII secolo nel primo stile gotico, con ai lati due cappelle romaniche, diventa, sotto il pennello dell'artista, un monumento fiammeggiante che sembra stia per crollare a causa della pressione del suolo e delle due stradine, che lo stringono da una parte e dall'altra. Se mettessimo questo quadro a confronto con le Cattedrali di Claude Monet, dipinte poco tempo dopo, potremmo facilmente capire la differenza nel metodo e nello stile tra van Gogh e gli impressionisti. Al contrario di Monet, van Gogh non cerca di raffigurare l'impressione scientifica dei giochi di luce sull'edificio. Anche se la chiesa è riconoscibile, la tela non propone allo spettatore un'immagine fedele della realtà, al contrario l'opera diviene una forma di "espressione" dell'interiorità tormentata dell'artista. Le pennellate e i colori di van Gogh preannunciano così l'arte dei fauves e dei pittori espressionisti.

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