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Orsay

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Lo Studio dell'artista

Gustave Courbet. Tra il 1854 e il 1855.

Lo "Studio dell'Artista" è una vera allegoria che riassume sette anni della vita artistica e morale di Courbet.

L'enorme studio è senza dubbio la composizione più misteriosa dell'artista. Tuttavia, egli ci fornisce diversi indizi sulla sua interpretazione: "È tutto il mondo che viene da me per essere dipinto", dichiarò, "sulla destra, tutti gli azionisti, con ciò intendo amici, colleghi, amanti dell'arte. Dall'altra parte l'altro mondo della vita quotidiana, le masse, la miseria, la povertà, la ricchezza, gli sfruttati e gli sfruttatori, persone che si guadagnano da vivere con la morte ".
Nel primo gruppo, quelli a destra, possiamo riconoscere il profilo barbuto del collezionista d'arte Alfred Bruyas, e dietro di lui, di fronte a noi, il filosofo Proudhon. Il critico Champfleury è seduto su uno sgabello, mentre Baudelaire è assorto nella lettura di un libro. La coppia di innamorati in primo piano simboleggia gli amanti dell'arte, e vicino alla finestra, altri due amanti rappresentano l'amore libero.

Sul lato della "vita di tutti i giorni", troviamo un prete, un mercante e un cacciatore che assomiglia un po' a Napoleone III. Vi sono inoltre rappresentati un lavoratore disoccupato e una ragazza mendicante che simboleggia la povertà. Possiamo anche vedere una chitarra, un pugnale e un cappello, che, insieme al modello maschile, condannano l'arte accademica tradizionale.

In questa vasta allegoria, un vero manifesto pittorico, ogni figura ha un significato diverso. Al centro di tutta la composizione si trova Courbet stesso, affiancato da figure benevoli: una musa femminile, nuda come la Verità, un bambino e un gatto. Al centro, il pittore si presenta come mediatore. Courbet afferma così il ruolo dell'artista nella società realizzando un' enorme scena come se si trattasse di una pittura storica. Di fronte al rifiuto della sua opera, destinata all'esposizione universale del 1855, Courbet costruì un "Padiglione del Realismo" a proprie spese. Qui, al di fuori dell'evento ufficiale, organizzò la sua mostra, che comprendeva anche il quadro "Una sepoltura ad Ornans". Qui il suo lavoro fu accessibile e visibile a tutta la società dell'epoca.

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