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Orsay

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La camera da letto ad Arles

Vincent van Gogh, 1889.

Sul tema della sua camera da letto, Van Gogh realizzò tre dipinti quasi identici. Il primo, conservato nel Museo Van Gogh di Amsterdam, fu danneggiato nell'ottobre del 1888 a causa di un'alluvione verificatasi durante uno dei ricoveri del pittore. Circa un anno dopo, l'artista si impegnò a realizzare due copie: una, della stessa dimensione, è conservata oggi all'Art Institute di Chicago; l'altra, quella del Museo d'Orsay, realizzata per la sua famiglia nei Paesi Bassi, è di dimensioni più ridotte.

In una lettera indirizzata a suo fratello Théo, Vincent spiegò cosa lo spinse a realizzare un dipinto simile: voleva esprimere la tranquillità e mettere in evidenza la semplicità della sua camera da letto attraverso il simbolismo dei colori. La descrisse così: " i muri di un lilla pallido, il pavimento di un rosso spezzato e stinto, le sedie e il letto giallo cromo, i cuscini e il lenzuolo di un verde limone molto pallido, la coperta rosso sangue, la toeletta arancione, il catino blu, la finestra verde", l'artista affermò: "Avrei voluto esprimere un assoluto riposo con tutti questi toni così diversi, lo vedete, e in cui di bianco non c'è che la piccola nota data dallo specchio con la cornice nera".

Attraverso queste sfumature di colore, Van Gogh fa riferimento al Giappone e alle sue stampe. Giustifica in questo modo l'arte nipponica: "I giapponesi hanno vissuto in interni molto semplici e grandi artisti hanno vissuto in questo paese".

Anche se, per i giapponesi, una stanza decorata con dipinti e mobili non sarebbe sembrata molto semplice, per Vincent questa è "una camera da letto vuota con un letto in legno e due sedie". L'artista trasmette una certa austerità grazie alla sua composizione, costituita quasi esclusivamente da linee rette e dalla rigorosa combinazione di superfici colorate che compensano l'instabilità della prospettiva.

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