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Vatican Museums

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Trasfigurazione

Raffaello Sanzio, 1520.

Probabilmente nel 1516 il cardinale Giulio de Medici chiese di realizzare questo lavoro, dando come scadenza l'anno 1520.

Con questo dipinto vediamo un esempio del tardo periodo di Raffaello. Qui il pittore riesce a unire due episodi: quello che occupa la parte superiore del dipinto, con Trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor, con Mosè, Elia, Pietro, Giovanni e Giacomo, e quello della parte inferiore con il miracolo del giovane posseduto, che sarà guarito da Cristo una volta tornato dal monte della Trasfigurazione. Con questo tema, si cerca di comunicare il fatto che la Grazia si ottenga solo con la Fede, rappresentata dalla donna inginocchiata in primo piano.

Sebbene il lavoro sia diviso in due livelli, questi sono collegati da effetti luminosi e cromatici. La parte superiore, solenne e serena, contrasta con il vortice delle braccia e il movimento della parte inferiore, violentemente illuminata dalla luce che discende da Cristo. Non finito nella sua metà inferiore a causa della morte prematura dell'autore (all'età di 36 anni, per una malattia improvvisa), il dipinto fu terminato dal suo discepolo Giulio Romulo.

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